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I tuoi pazienti sono al sicuro con te? Il gaslighting in ambito medico-sanitario

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La medicina e la psicologia hanno fatto passi da gigante, tuttavia, ci sono ancora molte condizioni che per anni sono state mal comprese o addirittura sottovalutate. Molte persone hanno trascorso la loro vita senza una diagnosi corretta, spesso etichettate come ipocondriache, stressate o ansiose. Ma come ha influito questa mancanza di riconoscimento sulla vita dei pazienti?

Il Gaslighting Medico

Il termine “gaslighting” deriva da una famosa pièce teatrale e successivo film in cui un uomo manipola la realtà della moglie fino a farla dubitare della propria sanità mentale. Nel contesto medico, il gaslighting avviene quando i pazienti vengono indotti a dubitare delle proprie esperienze e percezioni, poiché i medici o gli altri professionisti sanitari minimizzano o negano la validità delle loro condizioni.

Una Storia di Sottovalutazione

Prendiamo, ad esempio, la vulvodinia e la fibromialgia. Queste condizioni possono causare sintomi debilitanti, ma spesso vengono attribuite all’ansia o all’ipocondria quando il paziente cerca aiuto. Questa mancanza di riconoscimento e validazione può avere effetti profondi sull’autostima e sulla fiducia dei pazienti verso la medicina e i professionisti medico-sanitari in generale.

Il caso degli adulti autistici

Un altro esempio eclatante è l’autismo. Con la recente evoluzione dei criteri diagnostici, sempre più adulti ricevono diagnosi di autismo. Molti di loro hanno trascorso l’intera vita sentendosi fuori posto, lottando, tra le altre cose, con una percezione sensoriale diversa dalla media statistica. Immagina di vivere tutta la tua vita sentendo che c’è qualcosa di “sbagliato” in te, solo per scoprire dopo decenni che in realtà hai una condizione medica precisa. Ancora più grave è quando le persone autistiche, in particolare se non diagnosticate, chiedono un supporto psicologico da professionisti non aggiornati. Uno dei diversi pericoli è che gli stessi psicologi/psicoterapeuti/psichiatri, utilizzando mappe concettuali inadatte per questi pazienti, in modo assolutamente involontario contribuiscono al disconoscimento delle percezioni dei loro assistiti in un circolo vizioso che non solo non aiuta il paziente a sentirsi meglio, ma può farlo peggiorare. Questo anche perché una persona che disconosce le proprie percezioni sarà più portata a fare masking, anche con il proprio terapeuta. Il “masking” (o mascheramento) è un fenomeno ben noto nella comunità autistica e si riferisce all’atto di camuffare o nascondere comportamenti, abilità o caratteristiche tipicamente associate all’autismo per conformarsi alle aspettative della società o per evitare giudizi negativi.

Conclusione

La comprensione e il riconoscimento delle condizioni mediche sono fondamentali per il benessere del paziente. Nel settore medico-sanitario, è nostra responsabilità garantire che ogni paziente sia ascoltato, compreso e trattato con dignità e rispetto. Combattendo il gaslighting medico e promuovendo una maggiore consapevolezza, possiamo avvicinarci a questo obiettivo e garantire una cura di qualità per tutti.

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