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Come fare divulgazione scientifica in 4 passi

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Parlare di scienza non è semplice. I divulgatori e le divulgatrici devono conoscere i princìpi della comunicazione efficace per evitare quegli errori più comuni che ostacolano la comprensione del messaggio da parte del pubblico.

PROGETTARE PRIMA DI DIVULGARE

Chi scrive o parla di scienza offre un servizio ai cittadini, informandoli e ampliando le loro conoscenze. Di conseguenza, è fondamentale saper adattare i contenuti, il messaggio e il linguaggio in base al contesto e al pubblico di destinazione.

Se non si compie questo sforzo, si corre il rischio di venire fraintesi e, nei peggiori dei casi, di non riuscire a suscitare l’interesse delle persone sull’argomento, anche se magari è di vitale importanza per la loro salute.

Perciò, ogni fase del processo di divulgazione scientifica va curata nei minimi dettagli. Come in un esperimento di laboratorio, bisogna progettare una serie di elementi in modo coerente fra loro:

  • Obiettivo. Quali risultati voglio ottenere dalla comunicazione?
  • Pubblico. A chi è rivolto il mio messaggio?
  • Vincoli e opportunità. Quali fattori esterni possono ostacolare o facilitare la divulgazione?
  • Messaggio. In sintesi, cosa voglio comunicare?

Ora vediamo nel dettaglio ognuno dei quattro elementi della progettazione comunicativa.

L’OBIETTIVO

Definire i propri obiettivi significa decidere quale sarà il pubblico di riferimento e quale reazione si vuole suscitare.

Partiamo dal presupposto che è impossibile comunicare a tutti. Le persone sono tutte diverse per una serie di caratteristiche personali (ad esempio genere, occupazione, istruzione) che fungono da barriera nei confronti degli stimoli esterni. Un messaggio risveglia davvero l’attenzione soltanto quando è in linea con gli interessi e le caratteristiche dell’individuo.

Ogni pubblico ha bisogno di un messaggio, un mezzo di comunicazione e un linguaggio ad hoc.

Dopo aver individuato il proprio pubblico di riferimento, lo step successivo da seguire è capire quale reazione dovrebbe suscitare il messaggio scientifico. In genere, gli obiettivi della comunicazione scientifica sono tre:

  • Trasferimento di informazioni per far conoscere qualcosa di nuovo;
  • Visibilità (awareness) della ricerca, dell’organizzazione, del ricercatore o della ricercatrice;
  • Dialogo aperto con l’opinione pubblica.

IL PUBBLICO

Un discorso in linguaggio tecnico-scientifico è comprensibile solo per un certo pubblico, di cui bisogna conoscere interessi, gusti, livello culturale e reazioni tipiche tramite un modello rappresentativo, come quello delle buyer personas.

Chiedersi chi fruirà del messaggio è essenziale per valutare con quanta complessità esporre l’argomento, ma anche per capire quali conoscenze sono già diffuse e qual è l’opinione maggioritaria.

La scienza non è democratica, per sua natura è fatta di dati e prove, l’essere umano però non è fatto solo di ragione ma anche di emozioni. L’errore più grave che si può fare è mostrare disinteresse nei confronti delle motivazioni, anche emotive, del pubblico.

VINCOLI E OPPORTUNITÀ

Il mondo esterno è ricco di vincoli e opportunità a cui collegarsi per facilitare la divulgazione della scienza, facendola percepire alle persone come un aspetto normale della propria vita.

Facciamo qualche esempio:

  • Le notizie e l’attualità possono rimandare facilmente a ricerche scientifiche che spiegano le cause dell’evento;
    Se una scoperta può modificare la quotidianità dei cittadini, in modo sia positivo che negativo, allora questa può attrarre più facilmente il loro interesse;
  • Una ricerca che smentisce delle credenze o che crea nuove aspettative extra-scientifiche, cioè legate all’immaginazione di scenari futuri, diventa più interessante per il pubblico di riferimento.

Emozioni e sentimenti sono indispensabili anche per la comunicazione scientifica. Un pizzico di carica emotiva va sempre inserito per accendere l’attenzione, ma senza cadere in pericolosi eccessi che potrebbero danneggiare la credibilità del messaggio.

IL MESSAGGIO

Il messaggio è il concetto che si vuole far passare attraverso la divulgazione scientifica. Deve riassumere ciò che si vuole comunicare in modo breve e chiaro, ma non generico, per evitare di creare equivoci e fraintendimenti. In pratica, è una guida che aiuta ad arrivare sempre al nocciolo della questione.

Attenzione però, perché il messaggio deve essere creato sulla base delle caratteristiche di chi lo ascolterà. Bisogna quindi renderlo comprensibile e attraente non per sé stessi, ma per il pubblico di riferimento.

CONCLUSIONE

La divulgazione scientifica è davvero efficace quando segue una pianificazione strategica. Per prima cosa deve perseguire un obiettivo preciso, poi adattarsi alle caratteristiche del pubblico target, riuscire ad attirare l’attenzione ed infine veicolare un messaggio chiaro.

“La divulgazione deve fare i conti con questi due problemi, che richiedono competenza e immaginazione: cioè da un lato comprendere nel modo giusto le cose, interpretandole adeguatamente per trasferirle in un diverso linguaggio; dall’altro essere non solo chiari ma anche non-noiosi, pur mantenendo integro il messaggio […]”

Piero Angela