
Quando si verifica una pandemia, le organizzazioni e le istituzioni che ricoprono un ruolo di soccorso hanno l’esigenza di comunicare con la popolazione colpita. I media locali, come la radio, la televisione e i giornali, possono fare da tramite e diffondere notizie importanti per il benessere dei cittadini per conto delle organizzazioni.
Il rapporto Internews
Nel 2013, Internews in collaborazione con la School of International and Public Affairs (SIPA) della Columbia University ha pubblicato un rapporto dal titolo “Communicating
During Disasters: Examining the Relationship between Humanitarian Organizations and Local Media”. Il documento esamina appunto la relazione tra le organizzazioni di aiuto umanitario e i media locali. Il suo obiettivo era identificare i modi in cui la relazione tra questi due attori sociali possa essere migliorata per soddisfare al meglio i bisogni delle comunità colpite da disastri e pandemie.
Gli studenti della Columbia University hanno chiesto ai rappresentanti delle principali organizzazioni umanitarie di riflettere su come comunicano con le comunità colpite da disastri durante le loro operazioni sul campo.
Tra gennaio e marzo 2013, il team del progetto ha intervistato in totale 34 responsabili della comunicazione, dividendoli in quattro categorie:
- Manager di organizzazioni intergovernative;
- Manager di organizzazioni non governative (ONG);
- Donatori;
- Consulenti di marketing indipendenti.
Ai soggetti dell’intervista è stato specificamente chiesto di parlare di comunicazione bidirezionale, ovvero quella particolare comunicazione per cui i potenziali beneficiari degli aiuti umanitari non solo vengono raggiunti con messaggi e informazioni, ma sono anche in grado di rispondere e trasmettere i propri feedback alle organizzazioni che forniscono aiuto.
I media locali più utilizzati
Anche se il modo in cui le organizzazioni entrano effettivamente in contatto con le comunità locali dipende dai fondi disponibili e dal tipo di emergenza, i meccanismi di comunicazione locale vengono sempre utilizzati.
Tra i media locali è possibile includere:
- Radio;
- Canali televisivi;
- Volantini;
- Bacheche;
- Discussioni in focus group;
- Incontri con i leader del governo o della comunità;
- Call center e SMS.
Nella lista non è presente internet poiché all’epoca della ricerca, nel 2013, questo strumento non era abbastanza sviluppato come oggi. Tuttavia, già allora molte organizzazioni stavano cercando di sollecitare informazioni e feedback tramite email, siti web e social media.
Ovviamente, non tutti i mezzi di comunicazione sono fruibili da chiunque. Per affrontare il problema dell’accessibilità, in particolare quando si tratta di raggiungere gruppi vulnerabili come i portatori di disabilità, le donne e i bambini, le organizzazioni e le istituzioni in genere cercano partner sul campo (associazioni, scuole, giornali, radio, tv) per canalizzare i messaggi chiave. È interessante vedere come i media locali possano aiutare particolari categorie della popolazione.
Infine, è degno di nota il fatto che alcuni intervistati hanno esitato nell’affidarsi ai leader della comunità per trasmettere informazioni vitali poiché, piuttosto, preferiscono collaborare con i media locali. Sebbene vedano il valore nella consultazione con le autorità locali per un input sui bisogni della comunità e sui criteri di selezione per la distribuzione dell’assistenza, ritengono che le autorità dovrebbero essere considerate poco a causa di potenziali conflitti di interesse.
Come favorire la comunicazione bidirezionale
In generale, la maggior parte degli intervistati per il progetto di ricerca Internews ha riconosciuto che la comunicazione bidirezionale non riceve l’attenzione che dovrebbe negli sforzi di soccorso umanitario. La maggioranza ha anche detto che i media locali hanno il potenziale per svolgere un ruolo chiave nel colmare questo divario di comunicazione.
Nonostante molte organizzazioni siano state in grado di raccontare storie di successo in cui hanno superato problemi di sfiducia o cattiva comunicazione per collaborare efficacemente con i media locali, poche sono state in grado di istituzionalizzare questi sforzi per garantire che la comunicazione bidirezionale con le comunità colpite sia prioritaria in tutte le regioni o progetti.
Per rimediare a ciò, grazie al progetto Internews, sono stati individuati due punti critici su cui è fondamentale intervenire:
- Il rapporto tra organizzazioni umanitarie e media locali;
- L’approccio che le organizzazioni umanitarie hanno rispetto alla comunicazione bidirezionale.
Per risolvere il primo problema, le organizzazioni umanitarie e le istituzioni dovrebbero comprendere le logiche di funzionamento dei media locali. Una conoscenza simile sarebbe utile per le organizzazioni stesse sia per identificare i partner più adatti agli obiettivi umanitari sia per elaborare una strategia di comunicazione efficace.
Le organizzazioni, poi, dovrebbero essere proattive nel collaborare e guidare i media locali nella comunicazione bidirezionale. Essi sono un supporto fondamentale per portare a termine il lavoro di aiuto, anche se non possiedono tutte le capacità e le risorse per gestire in autonomia questo processo.
Per risolvere il secondo problema, invece, è importante che le organizzazioni umanitarie sviluppino una spiccata sensibilità sul tema della comunicazione bidirezionale. Purtroppo, al momento, quando si dice “comunicazione” molti operatori pensano alle relazioni pubbliche piuttosto che al dialogo tra un’organizzazione, un’istituzione e una comunità in crisi.
Un normale addetto alle comunicazioni o alla stampa ha un focus e un insieme di competenze diversi da quelli che sarebbero richiesti a qualcuno che lavora per migliorare la comunicazione bidirezionale. Pertanto, le organizzazioni umanitarie dovrebbero essere consapevoli di questa differenza e allocare risorse di conseguenza: la formazione è essenziale per attuare un cambiamento duraturo, educando il personale sull’importanza della comunicazione bidirezionale e su come lavorare efficacemente con i media locali.
Conclusione
Grazie al rapporto elaborato da Internews in collaborazione con la Columbia University, è stato evidenziato come la comunicazione bidirezionale sia essenziale durante una pandemia o una qualsiasi altra crisi. Le istituzioni e le organizzazioni umanitarie hanno il compito di collaborare con i media locali per dialogare con le comunità colpite e attuare una strategia di intervento efficace. Il mancato coordinamento porterebbe all’inefficienza e alla duplicazione degli sforzi.
Fonte
La fonte da cui sono state tratte le informazioni è: https://internews.org/wp-content/uploads/legacy/resources/Internews_SIPA_communicating_disastes_2013-09.pdf