Una visita medica dovrebbe svolgersi secondo uno schema preciso per evitare confusione, fraintendimenti e stress sia per il paziente che per il professionista sanitario. Il medico ha la responsabilità di guidare il dialogo nella giusta direzione, seguendo una successione ragionata di argomenti.
La visita centrata sul paziente
Nel modello tradizionale della visita medica, lo schema è composto da una sorta di non-dialogo in cui il professionista pone domande chiuse, esegue un esame obiettivo e prescrive una terapia limitandosi a raccogliere informazioni e a dare informazioni. Il paziente è passivo di fronte a queste dinamiche.
Le teorie contemporanee invece incentrano la visita medica sul paziente affinché il medico possa comprendere più a fondo il paziente stesso. Ciò implica una libera espressione sia del paziente che del professionista sanitario, creando un clima collaborativo tra i due soggetti.
Si può parlare di alleanza medico-paziente proprio perché si entra nell’ottica di una relazione più egualitaria, senza però sminuire la responsabilità del medico nel condurre il dialogo.
Lo schema per la visita medica perfetta
Le nuove teorie sull’alleanza medico-paziente hanno permesso di descrivere uno schema sintetico di quella che potrebbe essere definita una visita medica perfetta. In sostanza, i professionisti sanitari devono suddividere ogni appuntamento con i loro pazienti in quattro fasi:
- Raccogliere informazioni;
- Controllare la propria comprensione;
- Fornire informazioni;
- Controllare l’altrui comprensione.
Come si può leggere, la comunicazione è centrata sul paziente, sul suo punto di vista e sulle sue emozioni. L’ascolto è la prima fase della consultazione clinica, una capacità fondamentale grazie a cui il medico ha la possibilità di comprendere in ogni minimo dettaglio i problemi del paziente che ha di fronte.
Dopo aver ascoltato, un medico ha la responsabilità di verificare se ha compreso bene quello che è stato detto e, solo successivamente, può procedere a dare le informazioni utili al paziente. Se non avviene questo controllo di comprensione, allora si rischia di far sentire il paziente incompreso, portandolo ad una progressiva sfiducia nei confronti del suo professionista sanitario.
Il controllo va fatto anche su ciò che il paziente capisce delle parole del professionista sanitario. Un buon metodo è chiedere ai pazienti di fare un riassunto di quanto è stato detto durante la visita medica ed eventualmente correggere ciò che è stato mal interpretato.
Le quattro fasi della visita perfetta non vanno inserite in una successione di azioni rigida e irreversibile. Poiché nella realtà nessuna consultazione medica segue un tale andamento rettilineo, è utile pensare a questo schema come un circuito continuo, un susseguirsi di azioni che si ripetono nel tempo.
In parole povere, un professionista sanitario ascolta in ogni istante il paziente per fornirgli informazioni pertinenti e verifica di continuo la comprensione, propria e altrui.
Il Four Habits Model
Il Four Habits Model di Frankel e Stein è un modello che rappresenta le competenze, le tecniche e le fasi comunicative necessarie ai professionisti sanitari per condurre delle consultazioni realmente incentrate sul paziente.
Gli autori hanno individuato quattro Habits, ovvero quattro dimensioni in cui organizzare una visita medica:
- Prestare attenzione all’apertura. Nella prima dimensione l’obiettivo è creare velocemente un rapporto con il paziente, far emergere le sue preoccupazioni e fargli sapere cosa aspettarsi dalla consultazione medica;
- Far emergere la prospettiva del paziente. In questa seconda dimensione il medico ha il compito di fare domande al paziente per determinare quanto la malattia grava sulla sua vita e capire quali vantaggi si aspetta di ottenere dal professionista sanitario;
- Mostrare empatia, ovvero essere aperti alle emozioni dei pazienti dimostrandolo sia con le parole sia con la comunicazione non verbale (per esempio con pause, silenzi o espressioni facciali);
- Prestare attenzione alla conclusione. Quest’ultima dimensione implica la capacità di comunicare la diagnosi secondo le preoccupazioni iniziali, usando spiegazioni razionali che giustifichino la terapia scelta. Un riassunto di ciò che è stato detto e dei passaggi successivi da seguire è consigliabile per rassicurare il paziente.
Conclusione
L’applicazione corretta dell’approccio incentrato sul paziente, usando per esempio il modello Four Habits, favorisce la costruzione di un rapporto di fiducia tra il medico e il paziente, facilitando uno scambio di informazioni efficace. Se un professionista sanitario dimostra un atteggiamento di cura ed empatia verso i malati, allora aumentano davvero le probabilità di adesione alla terapia senza la comparsa di fastidiosi ostacoli comunicativi.